giovedì 23 gennaio 2014

Ecco svelato il motivo dei vuoti di memoria quando ci si sposta da una stanza all'altra

A chi di noi non capita, più o meno frequentemente, di muoverci da una camera a un'altra con l'intento di compiere una determinata azione, come per esempio portare un indumento sporco dalla camera da letto al cesto della biancheria che si trova nel bagno, oppure un bicchiere da lavare che si trova nel soggiorno fino al lavello della cucina, e poi una volta raggiunto il luogo esatto dove avremmo dovuto compiere l'azione rimaniamo vittime di un'amnesia, generalmente della durata di alcuni secondi appena, che ci induce a domandarci "per quale motivo sono arrivato fin qui?". E, spesso, questo capita anche se siamo nel bagno e abbiamo in mano la camicia sporca, oppure in cucina con il bicchiere da lavare. Ebbene, nonostante la motivazione del nostro spostamento sia piuttosto evidente, per quel dato numero di secondi non riusciamo proprio a ricordarla.

La causa di questi improvvisi veri e propri vuoti di memoria, ai quali quasi nessuno di noi presta attenzione dato che finiscono col risolversi in un tempo brevissimo, è stata spiegata da un gruppo di ricercatori dell'Università di Notre Dame degli Stati Uniti, i quali hanno condotto un'indagine dagli esiti eloquenti. La colpa, stando allo studio, è da attribuirsi alla porta, o meglio all'attraversamento della stessa.


Sembra difficile da credere che il solo fatto di attraversare una porta possa di per se provocare un simile vuoto di memoria, invece la logica c'è ed è presto spiegata. In sostanza, si tratterebbe di un meccanismo, posto in atto dalla nostra psiche, secondo il quale la nostra mente terrebbe in memoria una determinata informazione soltanto nel contesto in cui quella situazione ha avuto origine, per poi arrivare a cancellarla nel momento in cui lo scenario muta. Come se, dunque, nel nuovo contesto la vecchia informazione venisse giudicata, dalla nostra mente, oramai priva di utilità.

Il nostro cervello, infatti, è incapace di tenere in memoria tutte le informazioni che lo circondano, altrimenti sarebbe sommerso da una quantità esagerata di dati. Per tale ragione agisce mettendo in atto una serie di percezioni che, senza che noi ce ne rendiamo conto, ci fa cancellare le informazioni che appaiono ormai inutili per lasciare spazio alle nuove.

A far scattare questo meccanismo, pertanto, concorre qualunque cambio di scenario, che si tratti dello spostamento da una stanza all'altra, oppure del suono del citofono o di un rumore inaspettato che attiri la nostra attenzione.

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