martedì 18 marzo 2014

Povertà in grave aumento in Italia negli ultimi 5 anni

La recessione nel nostro Paese sembra non avere una fine e, contemporaneamente, il rapporto annuale sugli indicatori sociali a opera dell'Ocse mette in luce una realtà ancora peggiore di quanto ci si possa aspettare. Attesta infatti, il rapporto redatto dall'Ocse, che il reddito annuale medio delle famiglie italiane è calato di ben 2.400 euro tra l'anno 2007 e il 2012. Tale dato assume una gravità ancora maggiore se si considera che il calo medio del reddito annuale per famiglia nei paesi della zona euro è di circa 1.100 euro, meno della metà rispetto a quanto registrato in Italia, dunque.

Una perdita reddituale di tale entità è giustificata prevalentemente dal deterioramento del mercato del lavoro, specie per quanto riguarda la fascia di popolazione più giovane. Sono, difatti, i giovani tra i 18 e i 25 anni a costituire la fascia d'età più povera in assoluto. In crescita, inoltre, non soltanto i giovani disoccupati ma anche i Neet, ovvero coloro che oltre a essere privi di occupazione non risultano nemmeno occupati in attività di formazione. Anche in questo senso il nostro Paese si classifica appena al terzo posto, dopo la Grecia e la Turchia. 


E supera il 15% anche il numero di italiani adulti che vivono in una famiglia che sopravvive senza percepire alcun reddito lavorativo, contro il 12,4% del 2007. Una situazione a dir poco drammatica e allarmante, ancor più se si pensa che nell'anno 2011 il 13,2% della popolazione ha attestato di non potersi permettere di comprare un quantitativo sufficiente di cibo e il 7,2% degli italiani ha dichiarato di aver dovuto rinunciare alle cure mediche perché non era in condizioni di affrontare la spesa.

Inoltre, come si afferma da tempo, il rapporto dell'Ocse conferma che l'attuale sistema economico tende a impoverire ulteriormente la fascia di popolazione già più povera. Nel quadriennio 2007-2010, infatti, il 10% più indigente della popolazione ha perso ulteriormente il 6% del proprio reddito, mentre il 10% dei più ricchi hanno perso appena l'1% del reddito.

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